La Canapa sativa (o cannabis sativa) è una pianta che viene coltivata da millenni – sembra fosse conosciuta già nel Neolitico – per via delle sue molte proprietà benefiche. Si tratta di una varietà botanica che rientra nella categoria delle cannabacee, la cui denominazione ha origine latina e deriva da ‘sativus’, participio passato del verbo seminare.
La sua origine geografica viene indicata nei territori dell’Asia centrale, dove molte popolazioni a cominciare dagli hindu le attribuivano una connotazione sacra. Anticamente, inoltre, in Cina la cannabis sativa era tradizionalmente ritenuta un alimento portentoso poiché ricco di fibre e dalle spiccate capacità curative. Mentre invece il suo sbarco e lo sviluppo della relativa coltivazione in America è successivo alla scoperta da parte di Cristoforo Colombo.
La produzione e il commercio di canapa sativa nel mondo occidentale risalgono al XVIII secolo, quando l’espansione coloniale e navale viveva un periodo di pieno vigore: la canapa era all’epoca coltivata con finalità tessili per la realizzazione di cordame, funi e stoppe. Sarà solo nel corso dell’Ottocento che la sua assunzione diventerà una moda e le proprietà ricreative verranno sfruttate da molti grandi artisti dell’epoca.
Il proibizionismo ha rallentato molto la sua ascesa ma adesso, lentamente, la prospettiva sta cambiando. E anche in Italia, con la legalizzazione della canapa light, sempre di più prende piede il consumo di marijuana sativa: fumo, svapo, olio di Cbd e un’infinità di impieghi in cucina rappresentano l’ampio spettro all’interno del quale è oggi possibile orientarsi.
Canapa sativa, tra effetti antiage e incremento della creatività
Quando si parla di canapa bisogna sempre tenere presente che non ne esiste una unica tipologia. Le più conosciute sono senza dubbio la canapa sativa e la canapa indica. L’erba sativa è ricca di Omega 3 e Omega 6 ma offre anche un importante apporto di vitamina A, E e di vitamine appartenenti al gruppo B. Sono presenti al suo interno anche molti antiossidanti naturali, che assicurano un effetto antiage e inoltre sono di supporto nella lotta a infiammazioni e allergie.
Gli effetti che derivano dall’assunzione della canapa sativa sono del tutto soggettivi e naturalmente dipendono – oltre che dallo stato emotivo in cui si trova il soggetto – dalla quantità di sostanza assunta e dai livelli di Thc e Cbd. Pace e benessere, una sensazione di euforia e una maggiore propensione alla creatività sono tutte conseguenze tipiche dell’assunzione di cannabis.
Nella varietà di canapa sativa sono presenti molte più infiorescenze rispetto alla canapa indica: diversamente da quelle relative a quest’ultima, sono meno resinose e compatte. Sarà importante sottolineare come i fiori della cannabis sativa presentino una ridotta concentrazione di Thc (il tetracannabidiolo, principio attivo) rispetto alla canapa indiana (la varietà detta indica). I fiori dell’erba sativa presentano importanti concentrazioni di Cbd (ovvero il cannabidiolo, apprezzato per le sue proprietà benefiche e gli effetti non psicotropi).
Dalla coltivazione di una sola pianta di cannabis sativa si possono ottenere oltre un chilo di fiori. La coltivazione della canapa sativa proprietà è tipica di zone quali India, Messico e Colombia, mentre quella indica è legata a territori quali Pakistan e Afghanistan. La specie sativa è più adatta a una coltivazione di tipo outdoor (ci vuole più tempo per giungere a fioritura), mentre quella indica è perfetta per le coltivazioni indoor (le dimensioni sono più contenute).
Le proprietà della canapa sono moltissime, così come i suoi possibili (e virtuosi) impieghi nella vita quotidiana. Non soltanto la si può utilizzare per contrastare gli stati depressivi o l’ansia. Grazie alla sua lavorazione si possono ottenere:
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tessuti di ottima qualità e resistenti, privi di sostanze chimiche, da unire ad altre fibre (gli abiti in canapa sono sempre più ‘indagati’ dalle passerelle d’alta moda);
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cosmetici, realizzando prodotti naturali al 100% e ideali per il benessere della pelle;
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carta, poiché il processo di sbiancamento non richiede l’uso di inquinanti (inoltre è possibile combattere il fenomeno della deforestazione, tutelando il pianeta);
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prodotti per la bioedilizia, utili per esempio nella realizzazione di murature e pavimentazioni con un ridotto impatto sull’ambiente.
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cibi, poiché dai semi si ottiene la farina e si possono preparare infinite ricette nutrienti.