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Cos’è la fame chimica e come imparare a gestirla

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Quando si parla di fame chimica la mente corre subito all’assunzione di droghe leggere come la cannabis, dal momento che esiste una stretta correlazione tra queste ultime e la sensazione di irrefrenabile appetito che si prova anche se – in realtà – si ha lo stomaco pieno. Il termine ‘fame chimica’ sta a indicare un impulso forte e incontrollato che tende a indurre nella persona un aumento dell’appetito dopo aver fumato. Tra i consumatori più assidui di cannabis, questa sensazione è piuttosto diffusa e comporta in pratica un’alterazione della corretta percezione della sazietà. Molto spesso la fame chimica, provocata dall’assunzione di cannabis, porta ad assumere quantità di cibo eccessive con tutti i dubbi che seguono in fatto di controllo del peso e tecniche utili ad arginare il problema. Per comprendere cos’è la fame chimica sarà utile partire da un’analisi da un punto di vista scientifico. 

 

Come agiscono THC e CBD sul nostro organismo

La cannabis contiene due cannabinoidi più importanti ovvero il THC e il CBD. Il primo è una sostanza inebriante, che fa effetto legandosi ai recettori cannabinoidi CB1 che si trovano nel nostro organismo e nel cervello. L’altra invece è una molecola non psicoattiva con effetti rilassanti, anticonvulsivanti e in grado di combattere ansia e insonnia. L’aumento di appetito che si verifica dopo un consumo di cannabis è direttamente connesso al THC. Anche se non è ancora del tutto chiaro quale meccanismo vada a innescare la forte sensazione di fame, l’ipotesi più accreditata è quella che il THC – quando si lega ai recettori CB1 – agisca sulla produzione di un ormone (la grelina) che stimola il bisogno di cibo. Diversamente da quanto fa il CBD, che non combinandosi con i recettori CB1 non stimola allo stesso modo l’appetito chimico. Ad ogni modo, sarà comunque giusto sottolineare che il CBD potrà influire sul nostro appetito per esempio alleviando la sensazione di nausea (attivando i recettori della serotonina). Ci sono pure alcuni studi che puntano a dimostrare come il CBD potrebbe anche comportarsi come inibitore della fame

 

Imparare a gestire in modo corretto la sensazione di appetito

Se mangiare dovesse diventare un’esigenza incontrollabile, la cosa migliore sarà scegliere di placare il senso di appetito con snack leggeri o cibi salutari (come frutta e verdure). Soprattutto, per ridurre l’appetito chimico la prima cosa da fare sarà scegliere una diversa tipologia di cannabis da assumere. Preferire al THC una concentrazione alta di CBD consentirà di ritagliarsi un momento di relax senza timore di un’indigestione o di effetti negativi legati alla fame. Naturalmente in questo caso non c’è una ricetta unica: occorre andare per tentativi cercando tra le infiorescenze quelle più adatte e gradevoli, in grado di raggiungere l’obiettivo. Quando si prova una sensazione di fame chimica si sente lo stomaco vuoto e ci si mette in cerca di cibi nutrienti, ricchi di zuccheri e calorici come il junk food, assolutamente nocivo per l’organismo e il fisico. Occorre imparare a resistere all’appetito chimico, seguendo una dieta sana ed evitando di prendere peso. Bisogna bere molto, poiché tra gli effetti legati alla fame chimica c’è anche la disidratazione (vengono inibiti i recettori della sete). Bere almeno mezzo litro di acqua naturale dopo aver fumato è la cosa migliore da fare. Per quanto riguarda i cibi sani vs junk food è essenziale mangiare frutta zuccherina per controllare il livello di glicemia. Un’azione saziante molto potente sullo stomaco è poi assicurata dalle verdure crude, da sgranocchiare come snack naturali. La carne di manzo, cotta senza essere condita, è altrettanto consigliata. Mentre per gli amanti del dolce, l’ideale sarà consumare yogurt, latte scremato e cereali. L’alternativa migliore è quella di ricorrere al consumo di CBD, che non si lega strettamente all’aumento dell’appetito chimico e si caratterizza per un’offerta di relax e un’efficacia antistress oltre che antidolorifica ineguagliabile.

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