Prima di scendere nel dettaglio di quali siano gli effetti CBD, desideriamo dare un quadro generale e fare un po’ di chiarezza su quella che viene chiamata cannabis light.
Prima ancora, però, è necessario definire la cannabis, che è una pianta dalle cui infiorescenze essiccate è possibile ottenere la marijuana, ovverosia un complesso di molecole che agiscono principalmente a livello del sistema nervoso centrale e periferico. Le più note sono THC e CBD, ovvero delta-9-tetraidrocannabinolo e cannabidiolo. La differenza tra THC e CBD consiste nel fatto che Il THC è responsabile dell’effetto farmacologico, mentre il CBD ne tampona l’azione psicotropa.
Per cannabis light si intendono, dunque, tutti quei preparati in cui le concentrazioni di THC – cioè, come appena detto, la sostanza responsabile dell’effetto psicotropo – sono comprese tra lo 0,2% e lo 0,6%. Viene definita light proprio in virtù della bassa concentrazione di THC se comparata a quella presente nella cannabis acquistata illegalmente o alla cannabis venduta in farmacia e destinata a uso medico.
Tra i principali effetti CBD – oltre a quello antagonista degli effetti eccitanti del THC che abbiamo citato – si segnalano:
- riduzione di dolore e infiammazioni
- mitigazione dei sintomi associati a due particolari forme d’ansia: il DPTS – Disturbo Post Traumatico da stress – e il DOC – Disturbo Ossessivo Compulsivo
- effetti antipsicotici: alcune prove scientifiche suggeriscono che il cannabidiolo potrebbe essere utile a trattare la schizofrenia e il disturbo bipolare
- prevenzione e riduzione della nausea
- proprietà anticonvulsivanti
- benefici per malattie dermatologiche come l’acne: il CBD, infatti, agisce sulle ghiandole sebacee umane, producendo una “triplice” azione anti-acne sulle cellule cutanee. Il cannabidiolo ha la capacità di sopprimere in modo naturale la proliferazione delle cellule
- proprietà energizzanti capaci di rigenerare le energie e ripristinare le forze. Ciò è dovuto alla capacità del cannabidiolo di rafforzare le cellule del corpo umano, contribuendo alla loro corretta rigenerazione. Inoltre, il CBD è anche un ottimo antiossidante che promuove il senso di veglia non inibito dalla presenza di radicali liberi. Secondo uno studio pubblicato nel 2008, il cannabidiolo ha potenti proprietà antiossidanti, addirittura superiori a quelle della vitamina C e E
- inibizione della proliferazione delle cellule tumorali: i cannabinoidi si legano ai recettori del nostro sistema endocannabinoide per ostacolare la formazione di metastasitumorali, inibendo la possibile crescita del tumore e limitando la migrazione delle cellule tumorali nell’organismo.
L’uso terapeutico della cannabis in Italia: solo un miraggio?
La cannabis cosiddetta terapeutica differisce da quella light principalmente per la quantità di THC e CBD presente e in Italia viene prodotta solamente dall’Istituto Chimico Militare di Firenze in quantità molto ridotte. Oggi moltissimi pazienti vengono stimolati dai propri medici curanti a intraprendere percorsi di cura che includano l’uso terapeutico della cannabis in Italia. Questo utilizzo è consentito al fine di gestire il dolore in presenza di patologie molto gravi, tra le quali, per esempio:
- sclerosi multipla
- tumori
- lesioni midollari
- patologie epilettiche farmacoresistenti
Data la scarsa produzione made in Italy, lo Stato si è finora rivolto ai Paesi Bassi, organizzando import costosi e dal lento approvvigionamento. Come sottolineato invece da Coldiretti – la maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana – notevoli potrebbero essere i benefici economici derivanti da una programmazione tutta italiana della filiera produttiva e di elaborazione dei prodotti per l’uso terapeutico della cannabis in Italia, sia a livello di entrate economiche, sia in riferimento alla enorme possibilità di aumento di posti di lavoro. L’organizzazione di una filiera pensata per sostenere appieno i bisogni attuali italiani porterebbe a un affare da 1,4 miliardi di euro e contribuirebbe a generare almeno 10mila posti di lavoro.
Il nostro Paese sta cercando di stare al passo e lo sviluppo della filiera agricola e di quella industriale della canapa sono oggi ai massimi livelli storici: la coltivazione di canapa – per fini come quello destinato alla raccolta delle infiorescenze, dei prodotti alimentari, cosmetici, tessili o dei materiali destinati alla bioedilizia – è cresciuta di molto in pochissimi anni, come comunicato sempre da Coldiretti, passando da 400 ettari di terreno occupato nel 2013 ai quasi 4000 del 2018.
Non ci resta che attendere di vedere cosa accadrà anche per quanto riguarda l’uso terapeutico della cannabis in Italia. Continua a leggere il nostro blog, dove ti daremo tutti gli aggiornamenti in tempo reale!